top of page
Zeus era il re degli dei e, secondo la religione greca, abitava sul monte Olimpo con tutte le altre divinità. Gli dei, però, per loro capriccio si intromettevano nelle faccende degli uomini e ne condizionavano l’esistenza. Pertanto, la vita era considerata fonte di dolore e solo il gioco, in qualche modo, poteva allontanare il velo di tristezza che caratterizzava la vita degli uomini. Nell'antica Grecia lo sport ebbe, dunque, un carattere sacro, tanto che i giochi olimpici divennero una delle principali feste religiose in onore di Zeus.
Le Olimpiadi, istituite nel 776 a.C., si svolgevano a Olimpia, un santuario all'interno di un bosco sacro situato nella pianura del Peloponneso ai piedi del monte dedicato a Crono, il padre di Zeus.
Circondato a est dallo stadio e a ovest dalle palestre, al centro del santuario era stato eretto un grande tempio dedicato a Zeus. Un secondo tempio, più piccolo, era dedicato a Era, la sposa di Zeus.
Celebrati ogni quattro anni tra giugno e luglio, il mese dei giochi olimpici era un tempo sacro durante il quale si osservava la “tregua di Dio”: un periodo di pace tra le varie poleis (città-stato della Grecia).
Il mese dei giochi comprendeva anche il tempo di preparazione per le gare, mentre l'olimpiade vera e propria durava una settimana. Il primo giorno era interamente dedicato alla cerimonia di apertura coni riti e sacrifici in onore di Zeus; i cinque giorni centrali erano dedicati alle gare, mentre l'ultimo giorno era dedicato alla premiazioni dei vincitori, cui seguiva un festoso banchetto.

Il tempio di Zeus al cui interno c'era la statua della divinità, fatta in oro e avorio, seduta in trono.

La via dei templi votivi, in cui erano costuditi i trofei delle varie poleis, e in fondo l'ingresso allo stadio.
bottom of page