La Dott.ssa Augusta Celada, che dal 16 aprile 2020 ha assunto l'incarico di Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, è stata Preside e Dirigente Scolastico dell’Educandato “Agli Angeli” di Verona dal 2000 al 2014. Quando però il 6 febbraio 2020 era ancora al vertice dell’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto, ha presenziato all’incontro degli studenti con il Giudice della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio. In quell'occasione, presso l’Istituto Tecnico Marconi di Padova, la Dott.ssa Celada ha tenuto un’interessante discorso a commento dell’articolo 9 della Costituzione Italiana.
Buongiorno a tutti. Buongiorno ai ragazzi di questa scuola. Buongiorno alla Signora Preside – chiamo ancora così, sono affezionata a una terminologia tradizionale più attenta alla sostanza che alla forma – grazie.
Siamo onorati di avere a Padova, nella nostra regione, nella nostra amministrazione scolastica, il Giudice della Corte Costituzionale.
Vorranno consentire gli adulti che sono in sala che io mi rivolga principalmente ai giovani, principalmente ai ragazzi che sono in quest’aula.
Il mio primo pensiero, guardando il video che avete presentato, soprattutto nella seconda parte del vostro lavoro quando vi siete soffermati sull’importanza della tutela dell’ambiente e del patrimonio, il mio complimento è perché voi questa difesa la state manifestando e sostenendo stando a scuola, non andando fuori... Questo credo che sia un senso di consapevolezza che da cittadini dobbiamo difendere. Anche perché questa vostra difesa avviene in un dialogo forte anche con le generazioni degli adulti, di quelli che giovani non sono più. E questo è molto importante, perché uno dei tarli della nostra società in questo momento è una logica di contrapposizione che si sta diffondendo.
I giovani non sono contro gli adulti e men che meno gli adulti contro i giovani. Abbiamo necessità di ristabilire un grande dialogo, perché solo così si può passare il testimone, il lascito, il grande testamento che è racchiuso nella nostra Costituzione.
Una parola dirò sulla Costituzione. Voi sapete che una recente legge ha previsto, dall’anno scolastico 2020/2021, l’entrata in vigore dell’insegnamento di Educazione Civica in tutte le scuole, a tutti i livelli dell’istruzione. Questo è certamente importante, non fa che sancire una preoccupazione didattica, che in realtà ha sempre pervaso i nostri ordinamenti scolastici, che talvolta è stata un po’ dimenticata.
Però io mi sento di dire, soprattutto a voi che siete più grandi tra i giovani in formazione, mi sento di dire: - Sì è importante l’Educazione Civica, quindi sapersi comportare, vedere tutti gli aspetti dello stare insieme, della dimensione civica del nostro esistere; ma è soprattutto importante avere consapevolezza della nostra Carta Costituzionale. Perché, come diceva il Presidente della Repubblica, è il fondamento del patto che lo Stato fa con i suoi cittadini. Quindi, è quel documento di legge che coniuga la dimensione etica del nostro vivere con la dimensione della legalità. La legalità privata di una dimensione etica e di umanità rimane qualche cosa che è solo un appannaggio dei tecnici, mentre voi come giovani dovete salvaguardare questa coniugazione di principi che si trova nella nostra Carta Costituzionale.
Avete letto l’articolo 9, che è molto importante, dove si parla del "patrimonio". Mi sento di dire che il patrimonio non è solo il bello. Noi di bello ne abbiamo tanto. Siamo in una città e in una regione che di bellezze ne ha tantissime. Siamo in una terra in cui paradossalmente basta dare un calcio a un sasso e vi viene fuori una basilica, una cattedrale, un sito archeologico. Ma il patrimonio culturale non è solo il bello. Il bello è l’aspetto esteriore del patrimonio. Quello che conta è la consapevolezza, e questo è quello che ci dice l’articolo 9 della Costituzione: - Avere consapevolezza del patrimonio di cui godiamo e disponiamo, che dobbiamo passare alle nuove generazioni; a voi ma anche a quelli più giovani di voi e che verranno dopo di voi.
Questo ci introduce a un concetto ben più importante che è quello di “deposito culturale”. Il deposito culturale è un concetto immateriale, è quello che sta nelle nostre coscienze, è la consapevolezza che noi abbiamo dei valori e dei beni presenti nel nostro territorio. È soprattutto questo che dovete curare e questo si cura esclusivamente con lo studio. Con lo studio del diritto in primo luogo, che ne detta le regole generali, ma anche lo studio delle discipline che voi avete nelle vostre scuole e che sostanziano quella cultura la cui definizione bene vi ha ricordato il Giudice che abbiamo l’onore di avere qui e che era nel servizio del video RAI che avete visto.
Il mio invito è soprattutto – attraverso la lettura, lo studio e la consultazione continua dei principi della nostra Carta Costituzionale – di maturare questa consapevolezza del deposito culturale che possediamo e del patrimonio che abbiamo il dovere di lasciare… a coloro che verranno dopo di noi.
